Un re che amava troppo – 4a parte

Incontri

Un re che amava troppo - 4

Abituata com’era a vivere nella sua torre, lontana dal sole e dal mondo, la bambina si spaventò non poco quando si rese conto che la luce pian piano svaniva. Non sapendo bene cosa fare, pensò di continuare a camminare, nella speranza di trovare il modo di ritornare dalla sua balia. Attraversando un campo di papaveri, la piccola si trovò la strada sbarrata da qualcosa che la fissava. Avvicinandosi, vide due piccoli occhietti che la guardavano incuriositi. Non aveva idea di chi o cosa fosse, poiché la balia non le aveva raccontato nulla del mondo esterno e di ciò che conteneva, per paura che la piccola potesse un giorno desiderare di uscire per osservarlo con i propri occhi. Si accovacciò incuriosita e sorridendo la salutò.
La pecora belò in risposta e per poco la principessa non cadde all’indietro dalla sorpresa, stupita da quello strano linguaggio. Provò a domandarle se potesse aiutarla a tornare dalla sua balia e in quel momento una voce disse: «Che fai? Parli ad una pecora?»
La bambina si voltò di scatto. Un ragazzino, vestito con alcuni stracci luridi e consunti, se ne stava alcuni passi dietro di lei e la osservava sorridendo.
«Una pecora?» ripeté la principessa, tornando a guardare quella buffa palla di pelo.
«Sì, una pecora. Non ne hai mai vista una prima d’ora?»
«Veramente no» rispose, lasciandolo esterrefatto. «Puoi aiutarmi a tornare dalla mia balia?»
Il pastorello la guardò per un momento. Era una bambina davvero molto graziosa, con il suo abito di seta coperto da un grembiulino ricamato. Doveva essere una persona ricca e importante se vestiva in quel modo.
«Certo. Allora, in quale paese si trova la tua casa?» Lì attorno c’erano solo poveri villaggi, quindi quella bambina poteva venire solo da molto lontano, ma siccome era di buon cuore, voleva lo stesso cercare di aiutarla in qualche modo, anche solo indicandole la strada.
La principessa scosse tristemente la testa. Non sapeva di aver trascorso la sua esistenza in una torre nascosta sulla cima di una montagna.
Notando la sua espressione smarrita, lui fece l’unica cosa che il suo cuore gli suggerì di fare. Le si avvicinò e le domandò se volesse passare la notte nella sua capanna, certo che i suoi genitori sarebbero stati felici del suo bel gesto. Mentre radunava le pecore e si avviavano verso il piccolo villaggio nel quale abitava, lui la riempì di domande, chiedendole come facesse a non sapere dove abitasse. Si stupì parecchio nell’apprendere che lei, non solo aveva vissuto senza mai uscire dal luogo in cui viveva, ma addirittura non conosceva quasi nulla del mondo esterno.
Quando arrivarono nei pressi della sua capanna, il ragazzino si scusò spiegandole che non tutti al mondo vivevano come lei e che molti in realtà avevano appena del cibo sufficiente per nutrirsi.
La piccola fu benevolmente accolta dai genitori del pastorello, che condivisero con lei il loro pasto. Lei si sentì in colpa per quel gesto, perché aveva compreso che quelle persone si erano private di una parte della loro misera cena per lei, così, mentre pensava ad un modo per ripagarli, la sua mano scivolò nel grembiulino e tirò fuori una di quelle strane pietruzze dorate che aveva trovato nello sgabuzzino.
«So che forse non vale nulla, ma vorrei darvi questa bella pietrina per ripagarvi della vostra gentilezza» disse la bambina, rivolgendosi alla madre del ragazzo. Questa rimase a bocca aperta nel vedere quella grossa moneta d’oro, che valeva quasi quanto la sua casa. Il marito della donna consigliò alla bambina di tenere per sé quel tesoro, ma la principessa non riusciva proprio a capire per quale motivo erano così sconvolti da quella piccola pietra dorata, finché il ragazzino non le spiegò a cosa servivano le monete e quanto in realtà valessero. La bambina allora rovesciò sulla tavola il contenuto della tasca del suo grembiule e decine di monete rotolarono fuori in ogni direzione. Voleva regalarle a quella brava gente, perché potesse avere una vita migliore.
Meravigliati, i genitori del ragazzo le domandarono chi mai fosse per girare da sola con tutto quel denaro, senza nemmeno sapere cosa fosse, ma ottennero solo qualche vaga risposta. Nemmeno lei sapeva chi fosse davvero o come tornare a casa. La donna ascoltò il racconto della bambina e poi si voltò verso il marito.
«Non possiamo lasciarla andare in giro da sola, povera piccola. Non sa nemmeno dove vive. E se qualche brigante la rapisse per rubarle il denaro?» Era preoccupata all’idea che la bambina potesse incorrere in qualche pericolo, perciò propose al marito di tenerla con loro, finché non fosse stata in grado di trovare la strada di casa.
L’uomo, che nel profondo del suo cuore aveva sempre sperato di avere una figlia, accettò di buon grado l’idea e decise che l’avrebbe trattata esattamente come se fosse sua figlia.

E’ passato un po’, ma è arrivato di nuovo il momento di scegliere e, forse, di cambiare momentaneamente punto di vista…
  • Meglio restare ed osservare ciò che accade alla principessina…
  • Perché non scoprire che fine ha fatto quella strana veggente?
  • Spostiamoci al castello, dove il re è venuto a conoscenza che la principessa è scomparsa.

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