Un re che amava troppo – 3a parte

Alla scoperta di un mondo nuovo…

Un re che amava troppo - 3

Gli anni passarono e la bambina crebbe in grazia e bellezza. Sebbene non sapesse nulla delle sue regali origini, la principessina era la persona più felice della terra poiché non conosceva altro mondo che quello racchiuso tra le mura di quella grande torre, ignara di ciò che si celava fuori da quel suo piccolo universo. Le finestre della torre, infatti, erano troppo in alto perché la piccola potesse affacciarvisi e osservare il mondo intero che si estendeva tutto intorno a lei.
La balia, contagiata dalla felicità e dal carattere bonario della principessa, rimpiangeva di rado l’isolamento e la reclusione che quella vita le aveva imposto. Una volta alla settimana, nel cuore della notte, si recava al villaggio più vicino per fare provviste e trascorreva il resto del tempo a giocare e a istruire la bambina, che trattava come una figlia. Solo una cosa le mancava davvero: la luce del sole, ma ogni volta che vedeva la bambina sorridere si ripeteva che quello era l’unico sole di cui aveva bisogno e subito ogni malinconia passava, cedendo il posto all’euforia che quella piccola creatura riusciva ad infonderle anche con un solo sguardo.
Nonostante la donna fosse consapevole che un giorno non troppo lontano il re e la regina sarebbero venuti a prendere la loro figlia, questo non la turbava più di tanto perché sapeva che avrebbe sempre avuto un posto speciale nel cuore della bambina che tanto amava. Era talmente innamorata di quel suo dolce visino che non riusciva a dir di no alle sue richieste e spesso lasciava le faccende a metà non appena la bambina la supplicava di giocare con lei.
Un giorno, dopo aver finito di pranzare, la piccola le chiese di giocare a nascondino. Era il suo gioco preferito e come sempre l’amorevole balia finì per accontentarla, anche se non aveva ancora sparecchiato la tavola dopo il pranzo. La principessa uscì di corsa dalla sala da pranzo e si fermò nel corridoio, riflettendo su quale fosse il luogo giusto in cui nascondersi. La sua camera era il primo posto in cui la balia l’avrebbe cercata, per cui la bambina scartò subito quell’idea e si diresse invece al piano inferiore. Entrò in cucina e si guardò attorno, ma niente sembrava fare al caso suo così entrò nella stanza che fungeva da dispensa. Era illuminata solo da un lumicino e la bambina si spostò fra gli scaffali cercando l’angolo più buio in cui nascondersi. Si appoggiò a uno degli scaffali che occupavano la parete di fondo, ma quello si aprì, rivelando una stanza di cui lei non era a conoscenza.
Incuriosita da quella scoperta, la principessa si intrufolò nello sgabuzzino, facendo bene attenzione a richiudere la porta dietro di sé. Era sicura che questa volta la balia non sarebbe riuscita a trovarla, come accadeva invece ogni volta. Un paio di bracieri rischiaravano quello spazio angusto e, nell’attesa, la bambina si mise ad ispezionare i sacchi che erano ammucchiati in un angolo. Con sua grande meraviglia contenevano delle piatte pietruzze dorate, tutte della stessa grandezza. Non aveva idea di cosa fossero, ma erano tanto belle e lucenti che ne prese qualche manciata e se le infilò nella tasca del grembiule, così da potervi giocare più tardi, dato che il suo sguardo venne catturato dalla porta che si trovava dalla parte opposta da quella da cui era giunta. Non riuscendo a resistere alla tentazione provò ad aprirla e questa, che avrebbe dovuto esser chiusa a chiave, si aprì invece senza problemi.
Dimenticandosi all’istante del gioco, la principessa uscì dalla porta e scese la lunga scalinata che conduceva al tunnel sotterraneo che lei non sapeva di aver già percorso dieci anni prima, stretta fra le braccia della sua balia, che nel frattempo la stava cercando nella sua cameretta, ignara del fatto che la bambina fosse uscita dalla porta che lei aveva dimenticato di chiudere a chiave la sera prima.
Una volta raggiunta la botola, la principessa rimase a bocca aperta per lo splendore che le si parò dinanzi. Era primavera e il boschetto era pieno di alberi verdi e rigogliosi, adornati di tanti fiori colorati e dai mille profumi. I suoi occhi vennero rapiti dalle forme degli alberi, mentre il suono degli uccelli che cinguettavano allegri fra le loro fronde le solleticava le orecchie.
La bambina, attirata da tutto ciò che vedeva, iniziò a camminare, scendendo lentamente dalla montagna senza nemmeno accorgersene, poiché non faceva quasi in tempo ad ammirare qualcosa che subito qualcos’altro di nuovo appariva alla vista, spingendola ad allontanarsi sempre di più. Era così presa da quel mondo nuovo, fatto di colori, suoni e odori che non aveva mai visto né sentito prima, che il pensiero di fermarsi non le attraversò minimamente quella sua testolina riccioluta.
Solamente verso sera, quando il suo stomaco iniziò a brontolare, la bambina si guardò bene attorno e si rese conto di non avere idea di dove fosse e come potesse mai tornare indietro.

Nuova settimana, nuova scelta… la principessa si è smarrita e non conosce nulla del mondo esterno. Chi mai incontrerà lungo il cammino?
  • Arriverà fino alla casa di un bizzarro stregone e chi può dire cosa succederà…
  • Si recherà in città ed entrerà nella casa di un medico, chiedendo rifugio per la notte.
  • Continuando a camminare vedrà un pastorello, sdraito su un prato, che bada al suo gregge.

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