Un re che amava troppo – 2a parte

L’unica scelta possibile

Un re che amava troppo - 2

Il re si diresse verso la sua camera per raccontare alla moglie ciò che la veggente gli aveva rivelato. La trovò sdraiata sul letto e quasi gli dispiacque doverla svegliare. Aveva un’espressione così dolce quando dormiva: il suo viso era disteso e le labbra, leggermente aperte, lo invitavano a chinarsi su di lei per baciarle. Si sedette sul bordo del letto e le sfiorò piano la guancia per svegliarla. La regina aprì gli occhi e vedendolo gli sorrise, per poi rizzarsi subito a sedere quando si accorse dell’espressione scura nel volto del suo signore.
Lui le prese le mani e, dopo avergliele baciate delicatamente, le confidò del colloquio che aveva appena avuto nel bosco. La donna rimase alquanto sconvolta da quelle parole. Non voleva separarsi dalla sua bambina nemmeno per un attimo, ma la prospettiva di perderla le pesava sul cuore come un macigno. Dopo aver ascoltato l’idea del marito, riuscì a farsi convincere che l’unica soluzione fosse quella di portare la bambina in un luogo sicuro, lontano dal castello, dove nessuno sarebbe mai riuscito a trovarla.
Con l’aiuto delle guardie personali del re, i due sovrani si prepararono a salutare la loro bambina. Poco prima dell’alba si recarono, non visti, verso il cancello che permetteva l’accesso al palazzo, dove un carro di fieno e una balia fidata li attendevano. Due guardie, camuffate da contadini, avevano caricato il carro con sacchi d’oro, nascosti accuratamente sotto del fieno, insieme alle loro spade. Una di loro teneva le redini del cavallo, mentre l’altra aiutò la balia a salire sul carro.
La regina baciò la piccola sulla fronte e la strinse a sé, consegnandola poi alla balia e pregandola di tenerla al sicuro. Era una giovane vedova che aveva da poco perso il marito ed era rimasta alquanto dispiaciuta che il Signore non avesse benedetto la loro unione almeno con la nascita di un figlio. Era rimasta sola, senza parenti né marito, e nessuno si sarebbe quindi accorto della sua assenza. La regina, che aveva avuto modo di conoscerla e di sentire la sua storia, sapeva che era una donna buona e gentile, ma soprattutto che avrebbe avuto cura della loro bambina come se fosse sua figlia e questo era l’unico pensiero che riuscisse a tenerla in piedi.
Quando la piccola venne affidata alla balia, il re abbracciò la moglie ed entrambi rimasero a guardare il carro allontanarsi fino a quando sparì dalla loro vista.
Mentre in ogni angolo del reame si diffondeva la notizia che la principessina era morta durante la notte e tutti piangevano la sua dipartita, la balia e le guardie giunsero ai piedi di una delle montagne che delimitavano il regno. Sulla sua cima, nascosta alla vista, si trovava una piccola torre con pochissime finestre e nemmeno una porta, progettata in tempi remoti come rifugio per i sovrani in caso di guerra. Le guardie condussero il carro lungo uno stretto sentiero che si inerpicava fin quasi sulla vetta e che terminava dinanzi a un piccolo boschetto. Le guardie si caricarono i sacchi d’oro sulla schiena e fecero cenno alla balia di seguirli. S’inoltrarono nella vegetazione finché non raggiunsero una grande quercia, la cui base era nascosta da tanti cespugli. Una delle guardie depose i sacchi a terra e si fece largo tra i cespugli, alla ricerca di qualcosa. La balia si avvicinò incuriosita e vide ciò che si celava sotto quei cespugli.
«Questa botola è l’unica via per entrare o uscire dalla torre che si trova sulla vetta della montagna. Vi consentirà di poter scendere fino al villaggio per riempire la dispensa ogni volta che vi occorre. Siate prudente mi raccomando. Fate in modo che nessuno vi segua, soprattutto la principessa, una volta che sarà cresciuta» le raccomandò la guardia, prima di accendere una torcia ed entrare nel tunnel sotterraneo che conduceva fino al cuore della montagna, al cui interno si trovava una lunga scalinata che pareva non avere mai fine.
La salita fu piuttosto faticosa, ma una volta terminata, la balia notò che la scalinata terminava davanti ad una porticina, chiusa da un pesante lucchetto. La guardia davanti a lei estrasse la chiave e gliela consegnò. La porta dava su un minuscolo sgabuzzino, dove i due uomini depositarono i sacchi d’oro. Dopo aver fornito alla balia alcune indicazioni, le guardie se ne andarono, lasciandola da sola.
La balia perlustrò l’intera torre, riccamente arredata e colma di qualunque cosa si potesse mai desiderare. La donna depose la piccola in una culla e si sdraiò su un enorme letto a baldacchino dove si addormentò, pensando che al mondo non esistesse luogo migliore di quello.

Amici miei, è tempo di un’altra scelta… dieci anni sono passati ed è tempo che la principessa scopra il mondo fuori dalla sua torre
  • Perchè uscire dalla porta segreta, quando ci si può calare da una finestra?
  • La principessa è stanca di rimanere chiusa nella torre e una notte decide di seguire di nascosto la sua balia…
  • Mentre gioca a nascondino con la balia, la principessa scopre per caso la porta nascosta nello sgabuzzino.

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