Un re che amava troppo – 1a parte

Che la storia abbia inizio…

Un re che amava troppo - 1

Tanto tempo fa, in un regno molto lontano, vivevano un re e una regina, che governavano il loro popolo con amore e semplicità. Dall’esterno la loro vita sembrava perfetta e felice, ma entrambi sentivano che mancava loro qualcosa, un figlio tanto cercato ma che sembrava non dovesse arrivare mai. Quando il regno venne poi benedetto dalla nascita di un’incantevole principessina, il re organizzò una settimana di festa per tutto il popolo, per celebrare il lieto evento.
Una notte, mentre si aggirava per il castello tenendo fra le braccia quel piccolo fagottino rosa, pensando che non ci fosse niente al mondo che amava più di quel dolce visino, venne preso dal forte timore che qualche malintenzionato potesse un giorno strappargliela via.
Turbato da questo pensiero, ordinò ad una delle sue fidate guardie di condurgli seduta stante la chiaroveggente di cui in paese si sentiva tanto parlare, affinché allontanasse da lui ogni paura.
La guardia non tardò molto a trovarla e, meno di un’ora dopo, tornò dal re, comodamente seduto sul trono con la piccola, e gli comunicò che, come da lui richiesto, la chiaroveggente lo attendeva nel boschetto appena dietro il castello.
Il re si avvolse nel mantello, celando alla vista la neonata, e uscì dal castello scortato dalla guardia.
La chiaroveggente se ne stava in piedi, gli occhi chiusi e la schiena appoggiata ad un albero, intenta ad ascoltare i suoni che popolavano la notte. Quando li sentì arrivare si scostò dall’albero, si strinse umilmente nello scialle, cercando di nascondere gli abiti logori che indossava, e si avvicinò loro. Non appena uscì dall’ombra del boschetto, la sua figura venne illuminata dalla chiara luce lunare, donandole un aspetto ultraterreno. S’inchinò dinanzi al re, il quale la supplicò di svelargli il futuro che attendeva sua figlia, aprendo il mantello perché lei potesse vederla.
La donna accarezzò il viso della principessa e chiuse gli occhi, mormorando alcune parole che il re non riconobbe. Dopo quelli che a lui parvero istanti interminabili, lei alzò gli occhi in cerca di quelli del re.
«Il futuro di vostra figlia è piuttosto intricato e difficile da leggere. Trascorrerà la sua infanzia in una prigione, lontana dall’amore dei suoi genitori, ma riuscirà poi a fuggire per ricongiungersi con voi» furono queste le parole che lei gli rivolse.
Il re s’irrigidì e la guardò scioccato, stringendo la piccola al petto e coprendola con il mantello. Offrì del denaro alla chiaroveggente ma questa rifiutò. Si voltò e fece per ritornare al castello, quando la voce di lei lo fermò: «Mio signore, il futuro è imprevedibile e vi consiglio di non prendere troppo alla lettera quanto vi ho rivelato, perché niente è come sembra. Tuttavia tentare di cambiare ciò che dovrebbe essere è impossibile. La vita dell’essere umano segue un filo ben preciso e non vi è modo di evitare quanto è già stato scritto, perché in un modo o nell’altro si verificherà comunque.
Dunque fate tesoro di quanto vi ho detto, ma non arrovellatevici troppo».
Le parole della donna colpirono nel profondo il sovrano, che si voltò furente per replicare ma, stupito, si accorse che di lei non c’era più traccia. Perlustrò con gli occhi l’ambiente che lo circondava, ma la donna sembrava essersi volatilizzata nel nulla.
Durante il tragitto per tornare al castello, cominciò a meditare sul da farsi, ma non riusciva a non pensare che presto qualcuno sarebbe giunto lì e avrebbe portato via l’amore della sua vita, quel piccolo essere indifeso che, turbato dall’incedere furioso del padre, aveva iniziato ad emettere dei lievi gemiti di protesta.
Il re rallentò la sua andatura, cercando di cullare la piccola, mentre saliva la scalinata che conduceva alle stanze reali. Dopo aver fatto addormentare la bambina, la depose nel suo lettino senza staccare gli occhi dal suo viso nemmeno per un momento. La sua mente correva veloce come il vento, vagliando diverse alternative, ma continuava a scartarle una dopo l’altra. Aveva pensato di rafforzare le guardie al palazzo, ma si trattava di un enorme castello ed era quasi impossibile sorvegliarlo completamente. Qualcuno poteva sempre riuscire ad introdurvisi di nascosto e rapire la bambina.
Scacciò in malo modo la balia che era venuta per occuparsi della piccola, lanciandole un’occhiata furente. E se qualcuno si fosse introdotto lì con l’inganno, fingendosi un membro della servitù per poi rivendere la piccola?
Si prese la testa fra le mani, mentre un’unica soluzione si affacciava tra i suoi pensieri: doveva nascondere in gran segreto la bambina, metterla al sicuro, lontano da occhi indiscreti.

In quale luogo il re sceglierà di nascondere la sua preziosa bambina?
  • Da un anziano mago, loro lontano parente.
  • In una torre nascosta in cima ad una montagna, dove nessuno ha il coraggio di avventurarsi.
  • In una casetta in mezzo al bosco, in compagnia di un’acida balia.

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