La morte danza con me

«Ma ti ha forse dato di volta il cervello, Sarah?»
«Oh mio dio, Alexander! Non crederai mica a quelle ridicole storie, spero» sbottò, appoggiando le mani sui fianchi.
«Non puoi dare una festa nel vecchio castello di famiglia» replicò irritato.
«Perchè ci sono i fantasmi?» lo derise lei.
«Io non ho parlato di fantasmi, ma di sicuro c’è qualcosa di sinistro lì» obbiettò Alexander.
«Dai Alex, non fare il guastafeste. Il ballo in maschera si terrà nel salone principale, lontano dall’ala ovest. Così nessun mostro potrà farti del male».
Lui le lanciò un’occhiata gelida, ma non poteva non sentirsi sollevato. L’ala ovest era bruciata secoli prima in un incendio che aveva quasi sterminato tutti i suoi antenati e da allora era sempre rimasta chiusa. Tuttavia, quando tre anni prima erano andati a visitare il castello con l’intento di restaurarlo, Alexander era stato preso da uno strano presentimento, come se quella porta non dovesse mai venire aperta.
«La mamma non ti permetterà mai di organizzare una festa lì» disse Alex.
«E invece sì», rispose allegra, «in fondo diciotto anni si compiono una volta sola. Quindi prepara i bagagli, domani partiamo per la Scozia».
Mentre Alex si allontanava infuriato, convinto di riuscire a persuadere la madre a cambiare idea, Sarah prese il cellulare e compose il numero della sua migliore amica:
«Ciao Sophie! Ricordati di portare la torcia. Dopo la festa ho intenzione di visitare l’ala ovest, ti va? Sì, esatto. Andremo a caccia di fantasmi».

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La morte danza con me

Attenzione!!! Il seguente racconto presenta due diversi finali.

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