Il Caso “Frankenstein”

Il Caso "Frankenstein"

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«Mi dica solo perchè» sibilò Giulio in preda alla collera.
«Sovraintendente Lombardi, si calmi. Il caso “Frankenstein” le è stato affidato per errore, ecco perchè», rispose il commissario, «L’ispettore Marchese è più qualificato. Ora, se vuole scusarmi, ho un impegno urgente», e detto questo uscì veloce dalla stanza.
Giulio aveva tutto il diritto di essere furioso. Il caso “Frankenstein” era il caso più importante di cui il distretto si fosse mai occupato. Non c’era giornale o notiziario che non parlasse del serial killer che da circa sei settimane terrorizzava la città. Cinque omicidi, tutti verificatisi di martedì, e nessuna impronta, ma la cosa più assurda era che ogni volta il killer portava via con sé una parte della sua vittima. Una volta un braccio, un altra un orecchio, poi il fegato, un cuore e infine un piede. Per questo motivo era stato etichettato come “Dr. Frankenstein”.
«Sei riuscito a farti restituire il caso?» gli domandò la sua assistente.
«Ti sembra forse che io sia contento?» sbraitò lui di rimando.
«In effetti no».
«L’ha affidato a Marchese. Quell’idiota sa a malapena mettere un piede davanti all’altro. Figuriamoci se è in grado di risolvere un caso del genere».
«Potremmo sempre investigare per conto nostro» suggerì lei sorridendo.
«Questa sì che è un’idea geniale, Valentina! Allora… andiamo!» disse lui infilandosi la giacca.
«Perchè?»
«Perchè oggi è martedì».

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